FLAI E FILLEA CGIL, AL VIA CAMPAGNA ‘STOP A CAPORALATO’

(AGI) – Roma, 24 gen. – Le categorie dell’edilizia e dell’agroindustria della Cgil, la Fillea e la Flai, insieme promuovono una campagna nazionale dal titolo “StopCaporalato” e lanciano una proposta di legge per inserisce nel nostro ordinamento giudiziario il reato di caporalato, attualmente punito in caso di flagranza con una sanzione amministrativa di appena 50 euro per ogni lavoratore ingaggiato. La campagna vedra’ impegnate le due categorie per tutto il 2011 e fino a quando quella legge non verra’ approvata.
“Si stima – spiegano i due sindacati – che l’apporto del lavoro sommerso al Pil italiano sia oltre il 17%, contro una media dei paesi avanzati dell’Europa a 15 del 4%. L’agricoltura e l’edilizia, insieme al settore dei servizi sono i piu’ colpiti dalla presenza di lavoro nero e grigio, di evasione ed elusione fiscale e contributiva e, non a caso, di una maggiore incidenza di infortuni gravi e mortali”. L’edilizia, aggiungono Fillea e Flai, “sta rispondendo alla crisi con un aumento di illegalita’, che va dall’evasione contributiva, all’utilizzo improprio dell’apprendistato, al sottoinquadramento, fino all’utilizzo dei muratori-partita Iva ed al ricorso al lavoro nero. Nei cantieri italiani le stime Fillea parlano di 400 mila i lavoratori irregolari e di un moltiplicarsi dei mercati delle braccia in tutto il territorio nazionale, sempre piu’ controllati e gestiti dai caporali della criminalita’ organizzata, l’unica “impresa” che cresce in tempo di crisi e si nutre dell’assenza del suo nemico, la legalita’”.
Nell’agricoltura, proseguono, “a distanza di un anno dalla clamorosa rivolta di Rosarno, siamo costretti a constatare che non e’ servita a modificare lo stato delle cose e che in Italia si continua a sfruttare quanto e come prima. Oggi come ieri, infatti, le aziende si servono di lavoro nero durante la raccolta del pomodoro nella Capitanata e in Basilicata, nelle grandi campagne orto-frutticole a Villa Literno, Castel Volturno e nella Piana del Sele, nell’agro-pontino, nella raccolta delle patate a Cassibile ma anche nel profondo nord, nelle aziende della macellazione del modenese, nei campi di meloni nel mantovano, nelle aziende cooperative di Cesena, nei meleti in Trentino”. E a nulla servono, concludono, “iniziative come il Piano straordinario di vigilanza per l’agricoltura e l’edilizia nelle regioni Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, avviato nella scorso estate dal Governo. Quel piano prevedeva una sinergica attivita’ ispettiva ad opera delle forze dell’ordine, dell’Inps e dell’Inail ed aveva l’obiettivo di controllare un massimo di 10.000 aziende in territori dove solo di aziende agricole ce ne sono 600mila! I risultati di quel Piano sono giunti in questi giorni: in agricoltura irregolarita’ nel 44% delle aziende ed il 49% dei lavoratori in nero; in edilizia irregolarita’ in oltre il 62% delle imprese ed il 53% di lavoratori in nero”.