Al Dirigente dell’UPA di Palermo, Ingegner Mario Spatafora
Al Dirigente dell’IRF di Palermo, Dott Giovanni Marino
Al Dirigente Generale Regionale Azienda Foreste Demaniali Dott . Salvatore Giglione
Al Dirigente Generale Regionale Ispettorato Ripartimentale Foreste, Architetto Pietro Tolomeo
Al RSPP UPA Palermo, Dott. Catania Antonio.
Al Prefetto di Palermo, Sua Eccellenza Dott. Umberto Postiglione
Oggetto: utilizzo del fuoco per la produzione di calore in ambienti forestali ed agricoli;
smaltimento dei residui vegetali.
Il fuoco è stato usato per riscaldare e nutrire gli esseri umani sin dalla sua scoperta. L’umanità è sopravvissuta anche grazie ad esso. L’uomo si è difeso dal freddo e dalle piogge accendendo legna, ramaglie e il loro principale derivato ( carbone ) dentro e fuori le abitazioni.
La simbiosi tra la vita e il fuoco è così millenaria ed intima da costituire uno dei simboli primari del nostro inconscio collettivo. Forse anche perché il fuoco ci ha continuato ad accompagnare e tutelare sino ai nostri giorni. Purtroppo esso è pure stato ed è fonte secondaria di distruzione. Ma questa è un’altra storia.
La Direttiva n° 2008/98/CE recepita dal Decreto Legislativo n° 205/2010, vieta la combustione dei residui vegetali derivanti da lavorazione agricola e forestale perché ciò equivarrebbe ad illecito smaltimento di rifiuti.
Ma la massa legnosa e vegetale che rimane sul campo perché non opportunamente trasformata e/o trasferita in adeguate discariche (…), non è essa stessa illegittima oltrechè pericolosa, perché vettore incontrollabile di incendi agricoli e forestali?
Un aspetto altrettanto rimarchevole è che l’applicazione pedissequa di tali disposizioni nel settore forestale, impedisce ai lavoratori di accendere del fuoco anche per asciugarsi gli indumenti e per tutelarsi dai rischi connessi alle basse temperature, specie durante le pause.
Una recente norma della Regione Sicilia che ripristinava in parte le pratiche secolari di bruciatura di “ paglia, sfalci e potature nonché di altro materiale agricolo e forestale…” è stata impugnata dal Commissario dello Stato perché in contrasto con le disposizioni prima citate; a meno che, conclude, il fuoco non sia “finalizzato alla produzione di biomassa per energia”.
A parere degli scriventi la motivazione della impugnativa del Commissario dello Stato, consente di bruciare la quantità di legna adeguata per produrre il calore (energia) necessario per riscaldarsi, così come è da secoli. Vi è quindi stata sino ad oggi una interpretazione restrittiva e di poco buon senso.
L’inverno mite che stiamo attraversando ha contenuto , in parte, l’esposizione dei lavoratori al rigore e ai rischi delle basse temperature. Ma non si può sperare che continui così, in ogni senso.
L’accensione del fuoco col mero scopo di riscaldarsi, in un braciere o in piccole porzioni di terreno, consentirebbe di risolvere con molta semplicità questo aspetto del problema.
Forse sono sanzionabili tutti coloro che utilizzano forni,stufe a legna e camini per alimentarsi e riscaldarsi, in città,in campagna, nelle case e nei rifugi forestali e montani? Crediamo proprio di no!
Chiediamo pertanto ai destinatari in indirizzo di individuare soluzioni condivise alle problematiche qui esposte e più volte sollecitate dalle organizzazioni sindacali di categoria, dando priorità, intanto,alla tutela della salute dei lavoratori.
Palermo lì 20/12/2011
Il Coordinatore Regionale Settore Forestale
( Tonino Russo)
Il responsabile del Dipartimento salute e Sicurezza della FLAI-CGIL di Palermo
( Salvino Carramusa )
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