IN STATO DI AGITAZIONE I 23 GIARDINIERI DELL’ORTO BOTANICO DI PALERMO. L’UNIVERSITA’, PER MANCANZA DI FONDI, LI HA LICENZIATI ALLA 127SIMA GIORNATA

FLAI CGIL PALERMO
COMUNICATO STAMPA

IN STATO DI AGITAZIONE I 23 GIARDINIERI DELL’ORTO BOTANICO DI PALERMO. L’UNIVERSITA’, PER MANCANZA DI FONDI, LI HA LICENZIATI ALLA 127SIMA GIORNATA

Palermo 10 dicembre 2014 – In stato di agitazione i 23 giardinieri dell’Orto Botanico di Palermo, che da ieri sono sospesi dal lavoro. Da 28 anni  rivendicano un’occupazione stabile  ma in tutti questi anni il loro status è rimasto quello di  lavoratori stagionali a tempo determinato. Un rapporto di lavoro che continua nel tempo, salvo l’interruzione del licenziamento a fine anno e della riassunzione a inizio d’anno. Ma comunque precario. Quest’anno non hanno nemmeno effettuato le 179 giornate previste ma si sono fermati a 127 giornate. Ieri l’Università ha comunicato che, per mancanza di fondi,  era l’ultimo giorno di lavoro

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. “Se i giardinieri smettono di lavorare significa che da questo momento in poi l’Orto Botanico si troverà  in stato di abbandono – denuncia il segretario Flai Cgil di Palermo Tonino Russo –  L’Orto Botanico di Palermo è  uno dei giardini storici più importanti e grandi d’Europa, ha bisogno di una manodopera fissa non stagionale. Oltre alla cura quotidiana del parco ci sono alberi monumentali da curare, potature artistiche e aeree, piante rare  da seguire. Chiediamo al sindaco Orlando un tavolo congiunto con l’Università,  con l’assessorato ai Beni culturali, per decedere in che modo garantire un’occupazione stabile a questi lavoratori”.

    Nei prossimi giorni Flai, Fai e Uila organizzeranno un presidio davanti all’Orto Botanico. La storia dei giardinieri professionisti dell’Orto Botanico ha inizio nel 1986 con l’assunzione di un primo nucleo costituito da 15 unità. Tra il 1988 e il 1994 il contingente si arricchisce di altre 10 unità, raggiungendo il numero di 25 lavoratori. Tale assunzioni sono state possibili grazie all’utilizzo della legge n°38 del febbraio 1982,che all’art. 2 recita che per le particolari esigenze degli Orto Botanici delle facoltà di Agraria e di Veterinaria si può ricorrere all’assunzione di operai a tempo determinato (O.T.D) avvalendosi dei contratti generali stipulati per il settore agricolo integrati da contratti provinciali. Le risorse finanziarie necessarie venivano erogate dal Murst. Tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni ‘90 l’Università di Palermo utilizzerà la legge. 38/82, ricorrendo ad assunzioni anche presso la facoltà di Agraria, e i campi sperimentali ad essa collegati, ritrovandosi in poco tempo con un contingente di circa 180 unità. All’inizio degli anni 90 intervengono delle modifiche nell’erogazione dei fondi pubblici, per cui le risorse destinate all’assunzione degli operai a tempo determinato vengono inglobate nel totale dei finanziamenti che lo Stato stanzia per le università. Da quel momento si assiste al progressivo depauperamento del capitolo del bilancio universitario destinato per gli O.T.D., con conseguente decurtazione dei giorni lavorativi che da 180 passano a 101 e anche meno. Nel 1996 la situazione cambia  con l’approvazione da parte dell’Ars della legge 19/96, che prevede l’erogazione di un contributo annuale a sostegno delle attività dei tre orti botanici siciliani (PA-CT-ME). Grazie all’utilizzo di una quota del contributo il limite delle  giornate lavorative viene portato a 179, sempre giudicato insufficienti rispetto al reale fabbisogno della struttura.  La legge poi finisce nelle secche della tabella H. La posizione lavorativa  dei giardinieri resta così incerta: quest’anno i lavoratori sono stati licenziati alla centoventisettesima giornata.