RACCOLTA POMODORO. FLAI CGIL, SARA’ LA CAMPAGNA DELLO SFRUTTAMENTO E DEL CAPORALATO

Necessario che le Associazioni imprenditoriali intervengano
“È da maggio che come sindacati sollecitiamo ANICAV E AIIPA, le
rappresentanze degli industriali della trasformazione del pomodoro e del
conserviero, ad attivarsi congiuntamente con il sindacato per predisporre tutti
gli interventi necessari atti ad evitare l’utilizzo della manodopera irregolare e
lo sfruttamento di migliaia di lavoratori in tutte le aree del SUD Italia. Ma nulla
si muove”. Lo dichiara in una nota la Flai Cgil Nazionale.
“E’ trascorso un anno dalla firma tra le parti sociali, sindacato dei lavoratori e
Associazioni Imprenditoriali del conserviero pomodoro, del protocollo per la
promozione della responsabilità sociale e territoriale nella filiera del
conserviero pomodoro, per le imprese industriali di trasformazione. Il
protocollo evidenziava che nella fase di coltivazione e raccolta del pomodoro
fresco si riscontravano fenomeni di caporalato e utilizzo illegale di
manodopera, nonché pratiche di dumping contrattuale con importanti ricadute
nella competizione tra operatori. Allora, le parti assunsero la decisione di
attivare in prossimità della campagna del pomodoro, tavoli tecnici presso le
Prefetture dei bacini di riferimento del pomodoro, al fine di intensificare i
controlli e stroncare il caporalato.
Le controparti imprenditoriali convennero che bisognava applicare i contratti
di lavoro e le leggi dello stato e regionali, in tutti i segmenti della filiera,
ponendo attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori e alla
cancellazione definitiva del lavoro irregolare e delle forme di caporalato.
Ma da allora nulla è cambiato. Le Aziende industriali della trasformazione: La
Doria spa, Princes Industrie alimentari, Franzese spa, Giaguaro spa, La
Rosina, Pancrazio spa, Conserve Italia, Mutti e ecc. sono consapevoli di
quanto sta avvenendo nei luoghi della raccolta del pomodoro?
La campagna del pomodoro 2015 ancora da avviarsi completamente sarà la
campagna dello sfruttamento, dei rapporti irregolari, dello schiavismo, di
truppe di caporali che mortificano il lavoro e piegano i diritti umani alle loro
convenienze e più complessivamente alle convenienze di imprenditori agricoli
senza scrupoli.
Denunciamo con forza l’indifferenza delle Associazioni Imprenditoriali, le quali
dovrebbero preoccuparsi delle conseguenze commerciali che derivano da
questa insensibilità. Il problema si risolve in maniera semplice, non accettate
pomodoro raccolto con lo sfruttamento dei lavoratori, negate il mercato alle
imprese agricole irregolari.
Le Organizzazioni dei produttori Agriverde, OP Mediterraneo, APO Foggia,
Assofruit, ecc. che fanno per debellare il fenomeno? Nulla, tacciono,
prendono ingenti finanziamenti dell’Europa, dallo Stato e dalle Regioni. Forse
è arrivato il momento di affermare un principio: prendi i finanziamenti che
competono se attui norme rigorose sul conferimento dei prodotti agricoli e del
pomodoro da parte dei soci se gli stessi dimostrano che la raccolta l’hanno
effettuata con manodopera regolare e con tariffe salariali contrattuali.
La campagna 2015 del pomodoro è già iniziata con un morto nei campi a
Nardò in provincia di Lecce. La Flai Cgil, tutte le sue strutture, non
arretreranno di un centimetro, attiveremo tutte le Istituzioni, tutti gli Enti
preposti alla sicurezza e al rispetto della dignità umana, affinché venga
debellato il fenomeno dello sfruttamento e dello schiavismo della
manodopera nella raccolta del pomodoro e nei processi di trasformazione
industriale”.