FORESTALI, DUE LAVORATORI PERDONO UN RICORSO. E GLI ATTI DI DIFFIDA ARRIVANO A TUTTI I 1700 LAVORATORI DELL’ANTINCENDIO. LA FLAI ANNUNCIA AZIONI DI TUTELA

Palermo 19 febbraio 2016 – Notifiche in arrivo, da un paio di giorni, a tutti i lavoratori dell’Antincendio con le quali il dipartimento Foreste chiede il recupero delle somme relative agli arretrati contrattuali corrisposti negli anni 2006-2008.

La Flai di Palermo giudica “illegittima, pretestuosa e priva di fondatezza” la diffida che sta colpendo indiscriminatamente tutti i 1700 lavoratori dell’antincendio, generata dall’estensione di una sentenza della Cassazione che ha riguardato solo due lavoratori. Il sindacato annuncia che intraprenderà le vie sindacali e giudiziarie per tutelare gli addetti del settore. “Quando la Regione viene condannata a pagare, paga solo il lavoratore che vince il contenzioso. E’ incomprensibile che invece una sentenza individuale venga estesa a tutti per recuperare somme – dichiara il segretario della Flai Cgil Palermo Tonino Russo – Gli arretrati, corrisposti tra l’altro in misura inferiore di un terzo, a causa di un errore nei conteggi commesso da parte del comando forestale, derivano da una delibera della giunta regionale del 2008, che ha recepito il Ccnl. E sono frutto anche di un successivo accordo sindacale del 2009 e di una legge finanziaria votata dall’Ars, che ha stanziato le somme in appositi capitoli di bilancio”.

Il ricorso dei lavoratori, per recuperare le somme trattenute, dopo aver passato il primo e il secondo grado, è stato respinto in Cassazione. “E’ stato bocciato perché secondo la motivazione il Ccnl doveva essere recepito dalla giunta, cosa che noi sosteniamo sia avvenuta. E lo certificano le delibere di giunta, gli accordi sindacali, le leggi finanziarie e una interlocuzione aperta con l’assessorato all’Ambiente – aggiunge Tonino Russo – E’ scorretto che proprio mentre è in corso un dialogo da parte di Fia, Flai e Uila con l’assessorato, per verificare attraverso l’Avvocatura lo stato dei fatti, siano partite le lettere di diffida e messa in mora”.