Sciatteria di governo: Di Maio attacca a testa bassa ALPAA con infamanti accuse, ma sbaglia bersaglio.

Roma, 29 Gennaio 2019

COMUNICATO STAMPA

Il ministro Di Maio, in seguito alla trasmissione “Non è l’Arena” nel corso della quale è stato ripreso il suggerimento dell’operatore di “un CAF di Palermo” su come eludere “i paletti” delle norme sul reddito di cittadinanza, ha attribuito all’ALPAA – Associazione Lavoratori Produttori Agroalimentari Ambientali – la responsabilità dell’accaduto, invitandoci a licenziare “il dipendente” colpevole di aver suggerito al finto disoccupato (un giornalista con telecamera nascosta) come superare i paletti della legge.

Se nella faccenda c’è un fatto di “gravità inaudita”, riguarda proprio la superficialità con cui il ministro al Lavoro possa aver confuso una Associazione di rappresentanza, come ALPAA, con un CAF. Senza verificare chi rappresenta cosa. Infatti, ALPAA non svolge alcuna consulenza fiscale e men che meno ha competenza sulla richiesta del reddito di cittadinanza. Pertanto nessun “dipendente” dell’Alpaa a Palermo o in qualunque altra sede, ha mai potuto fornire e mai fornirà consulenze in materia.

Dal canto nostro auspichiamo che le future indagini annunciate contro i “furbetti” – favoriti non da dotti consigli e suggerimenti ma dagli stessi paletti e dalla confusionaria norma – non siano espletate con la stessa sciatta approssimazione che hanno indotto il Ministro a confondere persone e cose, tra le quali probabilmente le targhe esposte all’esterno dell’ingresso condiviso di un immobile, inquadrate nella ripresa televisiva.

Considerata la gravità delle accuse del Ministro che si è spinto fino a chiedere al neo segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, di rompere l’accordo di affiliazione che ci lega alla Flai-Cgil, abbiamo dato mandato ai nostri legali di tutelarci nelle sedi competenti.

Presidente di ALPAA

Luigi Rotella

Il Presidente regionale di ALPAA Sicilia

Franco Colletti